Foto di Annamaria Molteni
Altro non è che la lentaggine che cresce spontanea nella flora mediterranea.
Ma anche la lentaggine si offende ormai a chiamarla con il suo nome “rustico” e ci tiene a darsi arie con tutte le cultivar che sono state create…e che diamine…non lo nacqui ma lo diventai!
Quindi parliamo del Viburnum tinus il più conosciuto e diffuso del genere, un grande arbusto ricco di bacche scure di cui sono grandi mangiatori gli uccellini e pieno di fiorellini bianchi in primavera.
A volte non lo notiamo nemmeno nei parchi dei condomini o nei giardini comunali a meno che non ci attiri il momento dell’intensa fioritura.
Quando si tratta di sceglierne uno per il giardino è molto importante sapere il nome per capire le dimensioni, la fioritura, le esigenze e per non trovarci poi a guardare l’esemplare che non corrisponde ai nostri desiderata e non ricopre il ruolo estetico che gli avevamo affidato.
Nel mio giardino, in una grande siepe di arbusti, non poteva mancare e devo dire che anche lui si sente amato e valorizzato. e poi è accompagnato da rose bianche che risaltano sul fondo scuro delle sue foglie lucide.
Da lui mi è nato l’interesse per i consanguinei della famiglia ed ora ne possiedo quattro anche se è brutto usare il verbo possedere per una pianta che è libera e fa parte della natura. per me possesso è più gioia che siano ospiti da me che possesso egoistico.
Un altro grande viburno classico è il Viburnum Opulus caratterizzato dalle inflorescenze globose del diametro di circa 10 cm, agli apici dei rami.
Quando compaiono in aprile sono di un verde che tende al bianco di una fantastica eleganza. Con il proseguire della fioritura, i fiori acquistano riflessi bianco rosati molto suggestivi. Rimane una pianta di grande effetto scenico, che rende omaggio appieno alla primavera in un fuoco d’artificio di raffinatezza.
Va appena spuntato e alleggerito in punta, per il resto non ha problemi; ho notato che è più contento se la terra è leggermente acida.
In una grande orcio ho inserito un viburno maresii: mi serviva un a pianta non piegata sul vaso ma con i rami che uscissero a vassoio con un gesto quasi teatrale. Le foglie poi sono verde intenso, morbide al tatto ed invitanti come un richiamo, mi piacciono particolarmente .
Il viburno Carlesii è uno degli ultimi arrivati ed è stato il primo a fiorire con fiori bianchi sfumati di rosa
Fiori profumatissimi! Nasce in Corea per poi approdare nel 1885 in Giappone e da qui, il grande salto nel 1902 a Londra, Kew Gardens da dove viaggia in tutta Europa.
L’ultimo arrivato, proprio giovane di un mese in giardino è il Viburno plicatum Watanabe . Perde le foglie in inverno ma la sua struttura spoglia è comunque interessante, i rami infatti si stendono a vassoio.
Plicatum significa pieghettato, plissettato, riferendosi alla caratteristica superficie delle foglie.
Adesso scatenatevi a cercarne degli altri, ce ne sono tanti bellissimi, io in giardino non ho più tanto posto altrimenti avrei aggiunto il Viburnum Lantana volendo anche in edizione variegata.
Curiosità: la famosa canzone russa Kalinka è dedicata al viburno.
https://www.youtube.com/watch?v=5MSFSJlN2fs