I nani da giardino

I07/04/2017

Si avvicina il Natale a grandi passi e gli argomenti  sono i soliti di tutti gli anni: gli abeti veri o finti, il menù del cenone, le decorazioni, i regali,  babbo natale e…. cinepanettoni.

Per uscire dagli schemi vorrei parlare invece dei “nani da giardino” che, in qualche modo, richiamano il nord Europa e  paesaggi natalizi….si, parlo proprio di quei nani  kitsch che si trovano  a migliaia nei  giardini inglesi!

I nani da giardino sono spesso considerati, non a torto,  di cattivo gusto ma che colpa ne hanno? A me fanno tenerezza  e mi incuriosisce la loro storia: come sono capitati nei giardini?

Personalmente li trovo di un kitsch tenero;  ne ho scovati alcuni “antichi” nei mercatini antiquari inglesi  e volentieri ho dato loro ospitalità  in un angolo del mio giardino.

Foto nani del mio giardino

Gnomi, nani, elfi e folletti sono stati da sempre considerati come il simbolo delle forze occulte, dell'ingegnosità e della conoscenza dei tesori nascosti.

Per esempio, i nanetti della fiaba di Biancaneve hanno una loro propria autonomia storica e culturale che deriva da antichissime tradizioni popolari di origine celtica e germanica.

Nella metà del XV secolo i nani, uscendo dall'ombra e dalle viscere della terra, diventano delle statue ornamentali attorno alle quali si sviluppa una attività di produzione artigianale.

Nei giardini italiani statue come fauni, nani, naiadi e satiri erano comuni nel periodo rinascimentale e barocco per raffigurare personaggi ultraterreni.

Se ne trovano tracce anche in Germania dove si segnala la prima apparizione «ufficiale» di un nano da giardino nel 1460 nel castello di Weikersheim in Baviera ma è solo nel 1880 in Turingia che nasce la prima fabbrica tedesca di produzione i nani.

 

Dall'Europa, i nani fanno il salto attraverso la Manica nel XIX secolo, dove sono accolti calorosamente da inglesi ricchi che li vedevano  come l'accessorio must-have in giardino. Ma le buone sorti degli umili gnomi non dovevano durare, e ben presto si trovarono derisi dai giardinieri e paesaggisti. Allontanati da giardini alla moda, i piccoli gnomi hanno trovato un amico nella classe popolare che li ha adottati in numero crescente, e in una varietà di pose divertenti.

In epoca moderna, la plastica e l’avvento di altri materiali meno pregiati, ma duraturi, contemporaneamente all’invenzione di pigmentazioni da esterno in grado di resistere agli agenti atmosferici, hanno contribuito ad abbassare i prezzi e quindi a diffondere i nani da giardino.
Mi piace ricordare  “All Things Must Pass”,  il terzo album da  solista di George Harrison (il primo dopo lo scioglimento dei Beatles), uscito il 30 novembre 1970, dove  Harrison e’ fotografato con quattro nani da giardino.

 In questi ultimi anni, i nani da giardino hanno subito quello che gli antropologi chiamano “fenomeno di risalita”, cioè la migrazione dalla cultura bassa o popolare ai livelli superiori. Un famoso industrial designer, Philippe Starck, ha realizzato dei tavoli e degli sgabelli “d’arte” a forma di gnomo da giardino e non dimentichiamo Il favoloso mondo di Amelie che utilizza un nano da giardino come elemento di scena e lo fa diventare un nano viaggiatore.

In maggio si svolge a Londra la RHC Chelsea Royal Show, la più importante mostra di piante del Regno Unito e una delle più celebri e prestigiose al mondo dal 1804. Nella centesima edizione della mostra, nel 2014, gli organizzatori hanno tolto il divieto di esporre le «creature mitologiche in colori brillanti», ovvero i nani da giardino, ma rigorosamente solo per l’edizione del centenario.

In conclusione, poiché sono tutti più  buoni a Natale, allora un pensiero affettuoso va anche ai nani del giardino che hanno avuto nella storia del garden un  loro perchè.

Una curiosità: nel 1995, in Francia, è nato il Fronte di Liberazione dei Nani da Giardino, un movimento che ha lo scopo di liberare le statuette di gesso, catturate e imprigionate negli spazi privati, per abbandonarli in spazi liberi, aperti, più consoni alla loro anima!!

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