Niente è più ipnotizzante di una graminacea che ondeggia leggera nella brezza, meglio se al tramonto quando i raggi bassi del sole ne sottolineano l’elegante trasparenza.
Le graminacee sono piante di particolare bellezza che danno al giardino quella marcia in più, portano con sé il desiderio dell’uso naturalistico delle piante perenni, il desiderio di un paesaggio più vicino a quello naturale , quello delle pianure americane per intenderci.
Il giardino inglese con le tipiche bordure fiorite alla Gertrude Jekyll, un grande classico di riferimento, ha trovato un nuovo slancio e creatività dall’Olanda e dalla Germania nel movimento The Dutch Wave e poi con il nome di il New Perennial Movement.
Due personaggi olandesi sono stati al centro di questo nuovo pensiero creativo: Mien Ruys (1904- 1999) e Piet Oudolf (1944). Quest’ultimo, ispirandosi ai precedenti lavori di Mien, ed accogliendo gli insegnamenti di Karl Foerster un giardiniere tedesco, vivaista, scrittore di giardini e filosofo del giardino (1874-1970) è diventato il paesaggista contemporaneo più significativo e acclamato dell’uso naturalistico di piante perenni.
Un nuovo modo di fare giardinaggio che spazza via le fioriture stagionali e si ispira alle grandi praterie americane.
Ovviamente questo è un modo semplicistico di raccontare il movimento ma non è questo il luogo per dilungarsi, chi è interessato può cercare e studiare questo interessante movimento e cercare i giardini simbolo di Piet Oudolf come il Lurie Garden al Millenium Park di fronte all’Art Institute of Chicago oHigh Line di New York e di altri spazi urbani iconici.
Il suo giardino privato (Private Garden Anja & Piet Oudolf) a Hummelo, in Olanda, e quello che lui stesso definisce il suo capolavoro: il giardino pubblico di 7.000 metri quadrati per la galleria d’arte Hauser & Wirth Somerset, a Burton, in Inghilterra.
La premessa, di carattere storico, è per esprimere il mio amore incondizionate per le graminacee e il mio costante interesse al significato e alla ragione pensata, emotiva, sociale, iconica, storica che mi spinge ad introdurre una determinata pianta nel mio giardino. Tutto questo senza ridurre l’arte di Piet Oudolf al puro inserimento di graminacee.
In giardino ne ho sperimentate parecchie nonostante il mio spazio relativamente esiguo. Amo mischiarle con rudbckie ed echinacee o accostarle alle salvie decorative.
Mi piace la stipa tenuissima, l’unica che non ha bisogno di essere tagliata a zero in autunno e che si pettina dolcemente con u rastrello per pulirla. Cosa che i miei nipotini amano fare.
Un’ altra bellissima graminacea a fioritura tardiva in estate è la Muhlenbergia capillaris con le sue delicate spighe.
Ma vorrei descriverle con un minimo di ordine: