Luglio 2024
Si chiamano infatti Salvie ornamentali o decorative e non sono commestibili come la più conosciuta Salvia officinalis.
Le salvie erano conosciute anche in epoca antica ed utilizzate per le loro proprietà curative. La dice lunga il nome Salvia che deriva dal latino salvus cioè in buona salute e i romani la chiamavano Salvia Salvatrix perché la ritenevano pianta sacra (Plinio).
“Cur morietur homo, cuius Salvia crescit in horto?” dicevano nel Medioevo “Perché dovrebbe morire l’uomo che fa crescere la salvia nel suo orto?”
Le salvie decorative, nonostante siano talmente belle che farei un giardino solo con loro, sono ancora poco utilizzate su vasta scala nei giardini.
La bellezza dei fiori con la varietà di colori è talmente grande che fino a qualche anno fa ne erano conosciute più di 900 specie diffuse in tutte i continenti e più di qualcuna attira bellissime farfalle.
Il mio primo incontro con le salvie risale a circa 15 anni fa quando ho conosciuto Elisa Benvenuti del vivaio “Le essenze di Lea” ai giardini della Landriana. La sua collezione è la più completa d’ Italia se non dell’ Europa intera ed è possibile vederla anche in un percorso didattico dedicato presso l'Orto Botanico di Pisa.
Ogni salvia ha necessità specifiche in base alla varietà ma in generale sono perenni che amano il sole, il terreno ben drenato e qualche concimazione nel periodo della fioritura. Le mie salvie sono tutte in terra ma metto sempre in fondo alla buca dell’argilla espansa o sassi che mischio anche alla terra di riempimento.
Alcune sono sempreverdi come la Salvia greggii ‘Hot lips’ che ha sulla stessa pianta fiori bianchi, rossi e bianchi e rossi. una meraviglia adatta anche per festose siepi data la permanenza della fioritura e la facilità di coltivazione.
Altre come la ‘Indigo Spires’, una delle prime salvie del mio giardino che ho portato dall’ Inghilterra, sparisce in inverno per poi riapparire in primavera con le sue lunghe spighe ondulate di fiori blu indaco ben al di sopra del fogliame verde scuro.
Una bella bordura di salvie colorate è visibile dalla vetrata della casa e mi rallegra fino al tardo autunno: certo sono scelte, sono rassegnata ad avere la bordura decisamente spoglia per tutto l’inverno.
Tutte le foglie delle salvie emanano un profumo caratteristico ma c’è una salvia particolare, a fiore rosso, con le foglie che profumano fortemente di ananas: la salvia Elegans o salvia ananas. Mi piace aggiungere le sue foglie alla macedonia o solo strofinarle tra le dita.
La scorsa estate, in un giardino botanico vicino Los Angeles, ho ammirato grandi bordi di Salvia spathacea, con foglie grandi e rugose, il fiore color magenta, conosciuta come salvia dei colibrì perché questi ultimi sono attirati dai fiori a forma di brocca.
In Provenza, nei tempi precedenti alla mia amicizia con le salvie, comprai un olio essenziale alla Salvia Sclarea che viene coltivata in grandi campi e che scambiai per campi di lavanda, confesso l’ignoranza di 30 anni fa. Da noi si chiama erba moscatella, si riconosce dalle spighe che sono rivolte verso il basso per poi risalire ingrandendosi nel giro di pochi giorni.
Due salvie che mi piacciono particolarmente sono la Leuncantha e la Guaranitica e, naturalmente tutti i loro ibridi.
La Guaranitica, originaria del sud America, ha corolle blu e si innalza fino a più di 2 metri senza ramificare in basso con grandi foglie a cuore che profumano di anice. Spesso la metto vicino alle rose color pastello per farle risaltare.
La Leucantha, originaria del Messico, ha la caratteristica di fiorire dall’ autunno all’inverno con le sue spighe rosa e bianche, teme il freddo ma ormai a Roma gli inverni sono talmente miti che hanno cambiato le varietà delle piante che coltiviamo nei nostri giardini.
Da poco ho in vaso la Salvia argentea con grandi foglie pelose argentee, vuole il sole e poca acqua ma per ora, poiché è piccolina, la tengo alla mezz’ombra sperando faccia il fiore.
Le varietà conosciute di salvia da fiore sono tante ed è impossibile citarle tutte ma il mio intento di appassionata giardiniera è solo quello di gettare il seme per far nascere curiosità, sicura che il risultato sarà estremamente soddisfacente: impossibile non trovare, tra 900 specie, la salvia che corrisponde ai nostri gusti.