Lillà, ed è subito primavera!

Illustrazione di Djohr da L'herbier de Marcel Proust, Dane Mc Dowell. Flammarion.

 

Il piccolo lillà nano è il primo a fiorire in giardino assieme ad un geranium magenta che ne esalta il tenero rosa.

Amo particolarmente questo piccolo lillà dal profumo inconfondibile che mi annuncia che la primavera ormai è nel suo pieno tripudio, unica cosa che il coronavirus non è stato in grado di fermare.

I lillà nani sono due nel mio giardino perché è mia costante abitudine comprare due piante di una new entry, nel caso una morisse. Ognuno ha le sue fissazioni!

Sembra che arrivi a 80/100 cm la Syringa meyeri palibin   ma sono ormai anni che è in giardino e cresce con la velocità di una lumaca ma va bene cosi. lo la consiglio in piccoli spazi quando non si vuole rinunciare alla sua fragranza delicata e piacevole

e ai ricordi che suscita: “Nulla sveglia un ricordo quanto un odore.” diceva Victor Hugo.

Qui è obbligatoria una digressione per citare Proust che scrive spesso dei lillà soprattutto in gioventù “…e si usciva dalla città per il sentiero che passava lungo il muro bianco della tenuta di Swann. Prima di arrivarci s’incontrava, venuto ad accogliere i forestieri, il profumo dei suoi lillà. Essi stessi, di tra i piccoli cuori verdi e freschi delle loro foglie, levavano incuriositi al di sopra del muro del parco i loro pennacchi di piume color malva o bianche, lucenti, anche all’ombra per il sole che le aveva irrorate…” (Marcel Proust, La Strada di Swann).

Il mio primo lillà è stato il classico, Syringa vulgaris con le sue pannocchie lilla, di quelli senza cartellino, ha circa 20 anni e non ricordo perché lo misi troppo attaccato alla siepe e sopra è cresciuta la chioma di un albero perciò ora che è adulto ha il tronco abbastanza piegato perché è stata sempre in  lotta per cercare la luce. In compenso ha goduto sempre di

buonissima salute ed io non ho mai avuto il coraggio di spostarlo, troppo rischio! Ora non ha più problemi: si è conquistato il suo spazio con una buona altezza.

 

La leggenda vuole che  il lillà sia la ninfa Syringa che si  trasformò in pianta per non cedere alle profferte amoroso del dio Pan e non si può che comprenderla dato che Pan, sebbene fosse un dio, era mezza capra e mezzo uomo!

Pian piano ho iniziato con l’ acquisto delle superbe cultivar: Syringa vulgaris Sensation-Lilla Serenella, prima cultivar bicolore in Europa, ibridata nel 1933.

Questa è del genere “stupisco gli amici”,  come non averla? Nella pannocchia fiorita il rosa magenta abbraccia il rosa più chiaro in un contrasto unico nel suo genere.

Le due Syringa Alba sono diventate alberelli che si riempiono in questi giorni di pannocchie bianche immacolate. Mi piacciono gli esemplari isolati ma anche i gruppi con diverse altezze come punto focale di uno spazio.

Syringa vulgaris Paul Deschanel, con fiori doppi color magenta, è veramente una pianta singolare e riscatta il periodo “morto” dei lillà. Si sa a volte le piante vanno fuori moda e, come i capo di vestiario, rivisitati e corretti, risorgono dalle loro ceneri.

Una raccomandazione: tagliate i fiori dopo la fioritura per rinforzare i rametti, infatti  le gemme nascono sui rami più vigorosi dell’anno precedente.

Io concimo in autunno ma il lillà non ne avrebbe bisogno, è una pianta che si accontenta veramente di poco e in cambio dona molto.

Foto di Loredana Mancini 

Foto di Annamaria Molteni

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